Crisi

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Crisi dal latino crisis, dal greco krísis ‘scelta, decisione’.

Mi piace pensare che la prima forma di scultura sia nata come necessità di lasciare un segno nella natura,

pali conficcati nel terreno per tracciare sentieri sicuri,

come conoscenza pratica, come misura della terra, geometria primordiale.

L’uomo ha così impresso un suo segno in-naturale creando un linguaggio formale, scegliendo e decidendo il “cosa” e il “dove”,

risolvendo la crisi fuori dall’antro sicuro della caverna,

risolvendo la crisi fuori dall’antro sicuro della caverna,

per spingersi fuori verso un ignoto potenzialmente infinito, per sopravvivere o solamente per conoscere.

Così come in passato, anche oggi c’è la necessità di attraversare una crisi, ma, che sia quella ambientale, sanitaria o economica,

il nostro ignoto non è più la natura, ma è la caverna che ci siamo costruiti, generata o autogenerata su scelte o gusti che pensiamo nostri, ma che provengono da un universo sintetico,

dal quale sembra difficile uscire, ma che bisogna superare, perché lo spazio e il tempo diventano indefiniti, disintegrando quel “qui ed ora” importanti per l’esperienza umana.

Per questo ho la necessità di attraversare, passare attraverso il metaverso

attraverso l’esperienza digitale, attraverso il dialogo con le macchine, portando sulle spalle il mio essere scultore vero, autentico,

cercando di portare una mia, personale, visione del mondo.


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